Partito di Alternativa Comunista

Orribile episodio di violenza contro una giovane donna a Caltanissetta

Orribile episodio di violenza contro una giovane donna a Caltanissetta
Contro maschilismo, violenza sulle donne e razzismo
Unire le lotte contro il sistema!
 

 
 
di Pdac sezione Caltanissetta
contro il maschilismo

 

 

Noi militanti del Partito di Alternativa Comunista, pochi giorni dopo il 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne (in occasione della quale abbiamo promosso un banchetto con volantinaggio in piazza), condanniamo l'abominevole atto perpetrato a Caltanissetta ai danni di una giovane donna che è stata vittima di una violenza di gruppo, stuprata e ridotta in stato di schiavitù per ben cinque giorni
Esprimiamo solidarietà a lei ed a tutte le donne di ogni etnia, religione o condizione sociale che ogni giorno, spesso nel silenzio dell'omertà e della vergogna, subiscono violenza.
Ripudiamo al contempo qualsivoglia strumentalizzazione legata a tale ignobile episodio.
Quando parliamo di strumentalizzazioni, ci riferiamo ai commenti che in questi giorni abbiamo visto e sentito proliferare, da parte di politicanti, “giornalisti” e gente comune. Commenti per lo più volti o a mettere in dubbio la violenza subita dalla giovane, “coerentemente” a un approccio moralista e maschilista (del tipo, “se la sarà cercata” ecc), oppure a strumentalizzazioni di tipo razzista, finalizzate a cavalcare l'onda xenofoba dilagante a tutte le coordinate geografiche.

 
Maschilismo e violenza contro le donne: una piaga dilagante in Italia
Prendiamo nettamente le distanze dai cori razzisti che si sono sollevati dopo l'arresto di alcuni immigrati ritenuti responsabili dei fatti, in quanto riteniamo che, indipendentemente dal colore della pelle di chi lo compie, ogni atto orribile come quello in questione vada innanzitutto condannato e inquadrato nell'ottica dell'oppressione di genere.
In Italia, a tal proposito, come riportato dalle statistiche ufficiali, ogni due giorni si verifica un femminicidio e una donna su tre nel nostro Paese è stata oggetto di violenza, fisica o psicologica, almeno una volta nel corso della vita. Ma noi sappiamo che la realtà è ben peggiore dei dati ufficiali, in particolare per quanto riguarda le donne operaie e disoccupate che subiscono quotidianamente ripetute molestie, psicologiche o sessuali. La maggior parte di queste violenze e di questi omicidi si consuma “al sicuro” delle mura domestiche e nei luoghi di lavoro. I dati Istat, recentemente pubblicati, non riescono nemmeno a quantificare le tracce e le conseguenze di questa violenza, che resteranno impresse indelebilmente nel vissuto di ogni donna che l'ha subita.
Questi dati ci suggeriscono, intanto, che il maschilismo e la violenza sulle donne non sono un'esclusiva di determinate “razze” (così come certa stampa o certi benpensanti magari vorrebbero farci credere, provando a ubriacarci di menzogne), da cui i “cilvilissimi” italiani sarebbero immuni. Ma che, al contrario, nel nostro Paese, tali comportamenti hanno come responsabili prioritariamente i “fedeli” mariti italici che le mattine accompagnano i figli a scuola e la domenica vanno a messa a battersi il petto, magari dopo aver fatto con gli amici un “viaggetto di piacere” in Thailandia, a base di turismo sessuale con minorenni, spesso più piccoli dei loro stessi figli, attività che – ci dicono le statistiche - vede gli italiani al primo posto in questa vergognosa classifica. Uomini che pretendono, nel chiuso delle proprie case, di mantenere storici privilegi legati alla loro presunta superiorità di genere.
 
I “valori italiani” che i razzisti nostrani sostengono di voler “difendere”
Ma gli italiani (di cui qualcuno decanta i “valori”, temendone la corruzione da parte degli “stranieri”) non hanno solo questo primato: ci limitiamo a citare le mafie dilaganti anche all'interno delle “istituzioni”, così come ben sappiamo qui in Sicilia, dove addirittura abbiamo registrato presidenti di Regione indagati, condannati e arrestati per reati in combutta con la mafia, o magistrati – quindi i “difensori” della legalità borghese! - sollevati dagli incarichi (si veda il caso Saguto) per corruzione, induzione alla concussione e abuso d'ufficio e, non ultimo, l'episodio che ha come protagonista l'ex direttrice del carcere minorile di Caltanissetta, arrestata recentemente a Milano per concussione e corruzione in concorso, mentre in teoria avrebbe dovuto occuparsi della rieducazione dei ragazzi incappati nelle maglie della “giustizia”!
Ci dissociamo anche dai commenti di certi nisseni, assenti durante le lotte quotidiane che noi  per primi promuoviamo da anni sul territorio a difesa di svariate vertenze, ma presenti in blocco davanti le telecamere di trasmissioni televisive spazzatura (ad esempio “La vita in diretta” di rai uno) per vomitare odio xenofobo e fomentare guerre fra poveri, alle quali sono stati istruiti dal sistema e dai politicanti cui sono abituati a vendere con piacere la loro dignità in cambio, se va bene, di un piatto di lenticchie. Sono gli stessi che magari sono andati a salutare ossequianti un presidente della repubblica in visita a Caltanissetta, non certo per occuparsi dei problemi dei cittadini; essi rimuovono, o ignorano, l'organicità di quella figura “istituzionale” al sistema che li massacra: la mano di questa figura, per fare solo un esempio, ha messo la firma sul vergognoso provvedimento dell'attuale governo nazionale sulla pessima scuola (che svilisce la professione docente e la scuola pubblica, e truffa i precari calpestandone i diritti acquisiti), governo a trazione Pd e Udc, i due partiti che governano anche la città di Caltanissetta, coi risultati disastrosi che sono sotto gli occhi di tutti e che innumerevoli volte noi del Pdac abbiamo denunciato.
Ci dissociamo anche da iniziative e manifestazioni reazionarie che in questi giorni certi personaggi, con lo stuolo dei soliti idioti al seguito, stanno provando ad organizzare, cercando di convogliare le pulsioni razziste e xenofobe ahinoi diffuse in città.
 
Contro la morale borghese e il razzismo
La maggior parte della gente, riproducendo l’ideologia borghese, tende a prendersela coi più deboli piuttosto che coi potenti. Eppure sono questi ultimi (ossia i poteri forti: banche, grandi imprese, mafie) i responsabili di questa barbarie dilagante. Qualsiasi generalizzazione sull'orribile episodio di violenza a Caltanissetta volta ad attaccare gli immigrati (quelli che la maggioranza, con un termine da noi aborrito, definisce “extracomunitari”), palesa per noi un comportamento razzista, senza se e senza ma.
Prendiamo la distanze, come già detto, anche da certi commenti sulla “credibilità” della vittima, commenti che paradossalmente sono per la maggior parte provenienti da donne. Donne che, dimenticando di essere a loro volta vittime di pressioni maschiliste, delle pressioni del sistema che le ritrae come burattine da usare a scopi sessuali, economici, pubblicitari, procreativi, e come “angeli del focolare domestico”, probabilmente credono che con tali commenti contro questa giovane donna e contro i suoi presunti carnefici riusciranno a preservare l'integrità dei loro figli, consegnandoli ai “sani valori”, tutti italiani, della morale cattolica o della legalità borghese. 
Alcune donne invece in questi giorni gridano allo scandalo, invocando la pena di morte (con reimpatrio immediato dei corpi giustiziati!). Eppure probabilmente sono le stesse che subiscono oppressione e violenza quotidiana dai propri uomini, ma non le denunciano.
Il fatto che siano proprio delle donne, in questi giorni, ad accanirsi contro l’immigrato in sé, dimostra quanto sia urgente costruire un movimento di massa e di classe contro il maschilismo e contro il razzismo, per estirpare dal proletariato queste ideologie che dividono la classe, scatenando una guerra degli oppressi tra loro, a tutto vantaggio dei padroni.
 
Unire le lotte degli oppressi contro gli oppressori!
Per quanto finora detto, come Partito di Alternativa Comunista, sezione italiana della Lit-Quarta Internazionale, fuori dal coro come sempre, leggiamo questo orribile episodio in un più ampio quadro di sfruttamento e di oppressione (delle donne, degli omosessuali, di chi ha un diverso colore della pelle, degli ultimi in generale) perpetrato in ogni angolo del pianeta da una minoranza parassitaria che ingrassa a spese della stragrande maggioranza dell'umanità.
Le politiche di austerità, promosse da tutti i governi, a qualsiasi latitudine, colpiscono in primo luogo le donne, già spesso di per sé discriminate nei luoghi di lavoro: le donne infatti in percentuale costituiscono la maggioranza dei licenziati sull'altare delle banche, e di fronte al taglio del cosiddetto “stato sociale” e dei servizi pubblici, sono costrette spesso a farsi carico di quelle cure (ai figli, ai genitori, alla casa, ai parenti ammalati) di cui lo Stato si sgrava in nome di una crisi economica i cui costi sono pagati sempre e soltanto dalle masse popolari, per mantenere il profitto e i privilegi di una minoranza mondiale. In tal modo, le donne finiscono per essere vittima di una doppia oppressione (di genere, da parte degli uomini; di classe, da parte del sistema che le strangola) se non tripla, nel caso in cui la donna sia immigrata (e quindi vittima anche dell'oppressione razzista).
Siamo convinti che la lotta contro questo sistema disumano in cui viviamo, il sistema capitalista, debba avvenire unendo gli oppressi e gli sfruttati contro gli oppressori e i loro servi, unendoli indipendentemente dal sesso e dall'etnia. Gridiamo con convinzione che solo abbattendo questo sistema basato sullo sfruttamento dell'uomo sull'uomo e sulla natura, si potrà costruire una nuova società, libera da ogni forma di schiavitù.
 
Solidarietà alle donne vittime del maschilismo e della violenza!
No al maschilismo e alla violenza sulle donne!
No al razzismo!
No ad ogni forma di sfruttamento ed oppressione!

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